14 Aprile 2014

Sonico Blog – Pixies “Indie Cindy”

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Pixies_indie_cindy
Pixies
Indie Cindy
2014 (    Pixiesmusic, PIAS)
Dopo un’attesa durata 23 anni riecco di nuovo in pista la band statunitense con un album studio che raccoglie i brani dei tre ep pubblicati da settembre dello scorso anno (EP1,EP2 e EP3). Dall’ultimo studio album, Trompe Le Monde (1991), troviamo diverse sorprese e altrettante conferme: la band è orfana della storica bassista Kim Deal, impegnata in un progetto solista, che viene sostituita da Paz Lenchantin. La produzione è invece affidata nuovamente a Gil Norton che oltre a Trompe Le Monde produsse anche Doolittle (1989) e Bossanova (1990). Apre le danze un’energica “What Goes Boom” , un concentrato di chitarre acide infarcite di armonici distorti e riff serrati che ricordano vagamente atmosfere anni ’90. Le atmosfere si rilassano decisamente con “Greens And Blues” che mostra una certa anima pop decisamente accattivante. E’ adesso il momento della title track “Indie Cindy” che alterna  strofe parlate a bridge e ritornello morbidi e malinconici. La tracklist continua con “Bagboy” dove compaiono i primi inserti elettronici che arricchisco bene il sound fin troppo riconoscibile della band. Si prosegue con “Magdalena 318”, una ballata dai toni energici ma al contempo delicati. Atmosfere decisamente più cupe arrivano con “Silver Snail” caratterizzata dall’abbondante reverbero sulla voce del grande Black Francis. Tinte decisamente più grintose si scatenano con “Blue Eyed Hexe” grazie alla spinta di chitarre dai riff granitici e una linea vocale quasi hard rock. Ritornano le chitarre acustiche in “Ring The Bell” e ritorna un atmosfera decisamente più scanzonata e docile. Melodie pacate anche in “Another Toe in the Ocean” che però non aggiunge niente di nuovo o di particolare al disco. E adesso si palesa un piccolo viaggio spaziale con “Andro Queen”, storia d’amore intergalattica dai suoni garbati ed evocativi. Si prosegue con “Snakes”, pezzo dalle tinte che alternano sfumature punk a tratti quasi “dance” e si conclude con “Jaime Bravo” che cita l’omonimo toreador conosciuto anche per le sue relazioni amorose hollywoodiane. In conclusione l’album si presta ad un ascolto molto easy senza nulla togliere alla qualità al quale Francis & Co. ci hanno abituati ma senza neanche particolari stravolgimenti o sperimentalismi che una così lunga attesa fa ben sperare.
Do.C.

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