MUSICA E RADIO

15 Marzo 2017

180[db]130 – NOTES | UN BLOG DI MUSICA

Sono sempre stato un po’ restio a far ascoltare la musica che mi piace. Pensare che una persona ascolti un pezzo che per me rappresenta qualcosa  senza che l’altro lo percepisca mi mette a disagio. Né spesso ho così tanta voglia di comunicare quel qualcosa.

Ho un rapporto complicato con la musica,  non me ne vanto.

La selection di 180[db]130 è proprio questo. Selezioni di vari pezzi elettronici che camuffano e confondono le varie sfaccettature di questo genere. Le tracklist sono spesso assenti, quando ci sono non si capiscono.

Aphex Twin lo fa spesso con i suoi album, non si capisce da dove provenga quella traccia, ricordarne il titolo è spesso un’impresa. Se ascoltandola ti rimane in testa, fa nascere il tuo personalissimo “qualcosa” dovrai cercare, approfondire.

Probabilmente tutto questo nasce da un bisogno del tutto opposto. Socializzare, rendere collettive le emozioni, la musica e quel “qualcosa” che nasce ascoltando un brano, contro la solitudine dell’identitarismo che quotidianamente ci viene imposto.

Quindi.

Una serie di articoli per parlare di musica, dei suoi infiniti aspetti, del tutto e del niente. Di come quel gruppo o quella canzone mi abbia rimandato attraverso voli pindarici a quella manifestazione o a quella persona vista tanto tempo fa.

Ma anche un umile tentativo di approfondire alcune “questioni calde“, analizzare album (nel senso dire se mi piace, non mi piace o entrambe, nulla di più), evidenziare alcuni elementi di una scena e cose del genere.

Parlare di tutto e di niente, appunto.

Lo farò in maniera disordinata e con una cadenza aperiodica. La periodicità rimanda alle scadenze, le scadenze al lavoro e il lavoro ci fa schifo.

Scriverò quando avrò voglia di collettivizzare qualcosa, di sentirmi vicino a molti in un epoca di solitudine artificiale. Come ora.

 

Tracklist:

afx tribal kik b5 – Aphex Twin

Meds – Placebo

Secret to the end – Depeche Mode

19 Aprile 2016

POSTumi| FUCK YOU! MONDAY

aaaIl Lunedì è proprio un giorno di merda. Significa lavoro, corsi, il capo che detta ordini, il professore che spara le sue sentenze, la giacca, gli scarponi, gli orari imposti.

Con il lunedì parte quella monotona scansione delle giornate in cui anche chi non ha niente da fare si trova quasi in dovere verso questo malefico giorno a darsi una regolata e fare qualcosa.
Poi il lunedi si iniziano le cose da fare, la dieta, la palestra, la vita sana, proprio perché le cose di merda devono
svolgersi necessariamente in giorni di merda.

E in tutto questo il fine settimana (che poi altro non è che interrompere questa monotonia) è troppo lontano.
Ma se il lunedì fa cosi tanto schifo perché continuare a considerarlo tale?
Basta piazzarci un seratone metal ed ecco che quello schema impostoci salta, perché il lunedì se a suonare ci sono Abstracter, Hate & Merda, Carnero e Northwoods, non solo diventa prolungamento del week end ma un altro grande giorno per fare baldoria.

In breve,  Fuck you! monday

Fare serate di lunedì è rifiuto del lavoro e dell’inizio settimana!

I primi a salire sul metaforico palco (in via del tutto eccezionale si è suonato proprio ai piedi del palco creando un face to face molto efficace) sono stati i “nostrani” Northwoods band hardcore-metal perugina che ha surriscaldato i motori fin dalla prima traccia.

Subito dopo i Carnero, ormai nota e più che gradita conoscenza del palco del CSOA Ex Mattatoio, rincarano la dose, e non ci vanno sicuramente leggero.

In pieno delirio e agitazione spuntano due tizi in passamontagna nero. Sono gli Hate & Merda. Sentirli suonare dal vivo è davvero una grande esperienza grazie anche ad una presenza scenica di alti livelli. Non si fermano mai, sono due ma sembra che un’intera orchestra martelli l’area circostante del “non palco”.

Infine gli attesissimi Abstracter. Sono loro la punta di diamante della serata e davvero tanta era l’attesa. Direttamente dal Canada, Oakland (mica cazzi!) hanno mantenuto fede alle aspettative. Sonorità cupe, luci basse ed esplosioni improvvise; davvero tanta roba.

Ps: (riferito alla nostra ormai internazionale pasta al pesto) This is italian squat’s food!

Soddisfazioni.

 

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17 Marzo 2016

POSTumi | PERUJAH DUB MOVEMENT PRESENTS LION’S WAY SOUN SYSTEM

Il settimo step è arrivato. Questa è la volta di uno dei Sound System attualmente più attivi sulla scena romana, un gruppo di ragazzi che, oltre ad aver suonato a fianco di importanti artisti del panorama dub nazionale e internazionale sono anche i fondatori del collettivo MILITANT DUB AREA e conduttori dell’omonima trasmissione su Radiosonar.net . Si, stiamo parlando proprio di loro, i Lion’s Way, un Sound ben dotato di esperienza, energia, grinta e coinvolgimento e degno di nota anche per utilizzare la musica come mezzo di diffusione di un “progetto solidale alle lotte sociali, Antifascista, sensibile ad ogni forma d’ingiustizia, che si impegna da sempre a dare voce alle minoranze e a sostenere le pratiche di resistenza antagonista”.

Ad aprire le danze sono i nostri Bartek e Jules Lion, i resident delle serate dub a Perugia, che iniziano a scaldare la pista sulle note di Red Eyes di Vivian Jones, per i pochi che non hanno già visto l’ora di arrivare.

La sala è da subito colma di entusiasmo ed energia, si percepisce dai volti e dai movimenti, si respira nell’aria, si tocca quasi con mano, c’è la curiosità di vedere se anche questo 7# step andrà perfettamente, come gli altri.

E’ il momento dei veri protagonisti che fin dalla prima tune riescono a trasmettere tutta quell’allegria e simpatia che già si percepiva dal primo istante in cui hanno messo piede all’ Ex Mattatoio; briosi e generosi, con le loro straordinarie performance canore riescono a coinvolgere proprio tutt*, le good vibrations trasudano attraverso le pareti del C.S.O.A.

A colorare la loro performance c’è anche Pablo Raster, assiduo delle serate dub perugine e collaboratore dei Lion’s, che armonizza il tutto con la sua voce, l’impianto è ormai caldo, le gente pure, il suono è potente e deciso, circonda e coinvolge, si balla, si sorride, ci si dimentica quasi di tutto e come richiamati da un’energia mistica, ci si dirige verso il Sound (questa volta della portata di 10 kw), come a venerare le note che sprizzano da questo imponente muro di casse.

Il Centro Sociale è pieno ma la gente continua comunque ad arrivare, disposta ad entrare “a qualsiasi costo” e chi entrasse per la prima volta capirebbe subito il mood di questa serata, coerente con il messaggio della cultura roots dub: il perfetto connubio tra passione per le basse frequenze e spirito di pace, condivisione, fratellanza e unione.

La serata va avanti ad oltranza, come sempre, le casse “pompano” fino le 6:00 di mattina e, per i “pochi” rimasti resta difficile abbandonare la sala anche a quell’ora.

Insomma, come ha detto qualcuno, le serate dub sono solo di “presa a bene”!

Sorprese e lavori in corso per l’ 8# step…are you ready?

Per POSTumi – Jimba

 

 

25 Novembre 2015

PESTumi | PERUJAH DUB MOVIMENT 5# STEP / DAN I – FIKIR AMLAK

12241110_1280495165424192_8792912280480028548_oCapita spesso di imbattersi in locandine che riportano eventi di varie parti del mondo, con su scritto il nome di qualche artista o gruppo musicale che appena lo si legge non si fa che pensare “ah sarebbe bello vivere lì che fan sempre concerti!”.

Questa volta quel posto non è più Bruxelles, Londra o Milano, ma la piccola Perugia, anzi la grande Perujah. E si perché questa volta chi legge la locandina viene catturato si dalla splendida grafica ma soprattutto dai nomi riportati sopra: Dan I e Fikir Amlak; e se siete un minimo seguaci del genere capirete che la cosa è grossa davvero.

Due dei più potenti singer della scena dub internazionale (Dan I Bolzano, Fikir Amlak Los Angeles) venerdì scorso hanno aperto il loro ITALIONS TOUR proprio al Centro Sociale Ex-Mattatoio con un live degno delle aspettative.

Dan I ormai lo conosciamo bene grazie ad altre strepitose serate proprio al c.s.o.a: qualcuno poi mi spiegherà come mai ogni live è sempre più grandioso dell’altro. Fikir Amlak si presenta alle porte con una sorta di turbante, è silenzioso ma anche molto “alla mano”; poi le luci si spengono, il muro di casse prende vita e i due non li fermi più, saltano, cantano, ballano, ci divertiamo tutti insieme.

A scaldare i motori c’è il Perujah Dub Moviment mente e braccia di tutto questo. Ragazz@ che sono partiti da una passione comune e hanno creato qualcosa di molto bello. La buona notizia è che non ci si ferma qui, la strada è ancora ricca di novità. Una di queste è senza dubbio il pesto della Jimba, si avete capito bene, il pesto, l’ormai famoso piatto tipico dell’Ex-mattatoio, per una sera mangiato finalmente con gusto! [NB da qui PESTumi]

L’ora è ormai tarda, si è bevuto molto e ballato ancor di più. Ci si sente stanchi ma non si vuole smettere. Tutto questo va al di là della semplice esibizione. E’ la voglia di stare insieme, di condividere quella musica che sparata da 16kw a volte fa anche male ma quanto meno ci fa sentire carichi, vivi. E il desiderio è spesso figlio della necessità, necessità di spazi che permettono di stare a contatto con la gente per il puro gusto di farlo, di ballare fianco a fianco con persone che non si conoscono ma con cui ci si sente comunque a proprio agio. Qualcuno le chiama positive vibration, meglio ancora voglia di cambiamento.

Aspettiamo con ansia il 6# Step. No, non per fare pressioni…

#Blessed

 

 

8 Novembre 2015

POSTumi | IL VENERDI’ DEL MALE

11225347_10205333664409587_7932436763846059128_nUna volta nello spazio circostante del centro sociale Ex-Mattatoio si aprì una grossa voragine. Non era particolarmente pericolosa ma si espandeva di settimana in settimana. Ogni lunedì appariva sempre un tantino più grossa. Noi la chiamammo la bocca dell’inferno e non ci sembrava un caso che avesse scelto proprio quel posto per aprirsi, l’oscuro suono del venerdì del male doveva essere arrivato fin là giù.

Questa settimana “Il venerdì del male” è tornato (e col botto!) e lunedì ci toccherà fare un attento sopralluogo.

Ad aprire le macabre danze sono stati gli Shinebox, band post hardcore di Foligno. Il loro “A Quiet End” è un disco particolarmente graffiante e profondo che non lascia spazio a false attribuzioni; un live duro e intimo fatto di bassi metallici e ricercate melodie.

A seguire i marchigiani “Void OO“; reputeremo principalmente loro i responsabili dell’eventuale riapertura della voragine. I loro pezzi trasmettono allo stesso tempo sofferenza e potenza, con una coltre di esoterismo a circondare il tutto, assicurando una presenza scenica davvero d’impatto.

Infine a completare questa sorta di catarsi gli “The Haunting Green“, doom-experimental duo da Pordenone. L’aria è molto pesante, metallica; i suoni sembrano quasi centellinati ma poi esplodono e tutto l’ambiente circostante viene coinvolto, diventa parte della performance. Un duo fortemente espressivo per un live estremamente emotivo.

Il primo Venerdì del Male della stagione si è concluso non indolore, ed è un bene

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