18 Febbraio 2014

DALLA PARTE DELLA STRADA

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L’ “Unità di strada Cabiria” nasce tra il 1997/1998 come progetto, promosso da Arcisolidarietà Ora d’Aria Perugia e finalizzato alla prevenzione e alla riduzione del danno dell’HIV e delle malattie sessualmente trasmissibili tra le prostitute immigrate. Approvato e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dip. Affari Sociali), il progetto si è avvalso della collaborazione dell’ASL n. 2, del Comune di Perugia, della Regione dell’Umbria, ed è stato inserito all’interno di una rete costituita da enti ed associazioni che si occupano di questioni relative all’immigrazione (sindacati, associazioni degli immigrati, cooperative sociali, servizio ASL per immigrati).

Il progetto concretizzò la fase operativa dopo il corso di formazione per Operatori ed Operatrici di Strada “Prevenzione e riduzione del danno delle malattie sessualmente trasmesse” durato 4 mesi.

Negli anni a seguire, l’attività dell’unità di strada è proseguita monitorando il fenomeno della prostituzione in continua trasformazione, anche se ogni anno si ripresenta il rischio che il progetto non venga rifinanziato.

Attualmente l’attività dell’unità di strada “Cabiria è parte del progetto “NonSiTratta” (art. 13 della L. N. n. 228/2003, concernente misure contro la tratta di esseri umani), in rete con il progetto “Fuori dal Labirinto” (nell’ambito dei programmi di assistenza ed integrazione sociale previsti dall’art. 18 del D.Lgs. 286/98) di cui è capofila la regione dell’Umbria; nello specifico l’unità di strada di Arcisolidarietà si occupa di:

–          mappatura e rilevazione del fenomeno della prostituzione in strada e indoor;

–          attività di primo contatto, secondo una politica di “riduzione del danno”, di persone prostitute donne e transessuali, fornendo informazioni sulle malattie a trasmissione sessuale, sulla salute in generale e sulla normativa in materia di immigrazione e prostituzione nel nostro Paese;

–          attività di mediazione sociale;

–           sperimentazione di azioni volte all’emersione dello sfruttamento sessuale indoor, mediante l’analisi degli annunci sui mezzi di comunicazione locali e il contatto telefonico.

Le operatrici si muovono per le strade del territorio umbro, con particolare riferimento alle zone di Perugia, Terni, Gubbio, Camporeggiano, Pantano, Todi e Spoleto contattando le donne e le transessuali che esercitano la prostituzione outdoor.

Il primo contatto che si ha con i/le sex-workers avviene tramite la distribuzione di preservativi e una presentazione generale del servizio, si lascia quindi un volantino informativo in lingua con il numero telefonico di riferimento dell’unità di strada. Per chi li desidera, si offre una bevanda o uno snack. Le operatrici cercano di instaurare con le persone incontrate un rapporto di fiducia e di confidenza tali da permettere di raccogliere informazioni sul loro vissuto, di promuovere la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale e dei comportamenti a rischio, il sesso sicuro e la contraccezione, di far conoscere le modalità di trasmissione delle MTS (malattie a trasmissione sessuale), dell’HIV, e le problematiche relative alla gravidanza e al parto o all’interruzione volontaria di gravidanza; pertanto, forniscono anche indicazioni sui servizi del territorio ai quali potersi rivolgere. Si punta a stabilire relazioni significative che, sollecitando la domanda di tutela della salute, rendano naturale l’invito a rivolgersi al medico per controlli, analisi, visite generali e specialistiche.

Quando si ravvisa una situazione di ipotetica tratta o grave sfruttamento si effettua un colloquio di counselling che indirizza la persona al Numero Verde Antitratta 800290290 o direttamente agli operatori/operatrici art.13 e art.18 sul territorio.

Ove necessario e/o richiesto, le operatrici distribuiscono alle sex-workers anche depliant informativi: il manuale di orientamento alla salute e ai servizi della città di Perugia “Stare in salute”, fotocopie di ordinanze comunali relative al lavoro di prostituzione in strada e testi legislativi relativi a norme sull’immigrazione.

Le informazioni delle operatrici di Arcisolidarietà Ora d’Aria sono finalizzate alla promozione della capacità da parte delle persone che incontrano di gestire la sfera della propria salute, alla responsabilizzazione verso la cura del proprio corpo e al contenimento dei rischi legati all’attività prostitutiva, nell’ottica dell’auto-tutela e dell’empowerment.

Durante le uscite in strada le operatrici prendono nota delle presenze compilando una griglia i cui dati verranno elaborati nelle relazioni trimestrali.

A scadenze regolari l’équipe effettua anche uscite di mappatura sia diurne che notturne, al fine di monitorare la trasformazione del fenomeno della prostituzione su strada, anche dietro segnalazioni della cittadinanza e delle stesse sex-workers.

Attualmente l’intera équipe dell’Unità di Strada Cabiria è composta da 5 operatrici e una coordinatrice. Di norma, prendono parte alle uscite notturne e diurne 2-3 operatrici, che percorrono le strade interessate dal fenomeno della prostituzione outdoor a bordo di un’autovettura riconoscibile.

L’accompagnamento ai servizi sanitari del territorio è un altro momento centrale del lavoro dell’unità di strada. Per chi è interessato all’accompagnamento diurno presso un servizio sanitario, si prende il nominativo e il numero di telefono, in vista di un appuntamento che di norma viene concordato per telefono, nel corso della riunione di équipe.

Nella fase dell’accompagnamento, l’operatrice accompagna la singola utente. Durante l’accompagnamento ai servizi sanitari il rapporto è uno a uno: questa è l’occasione per approfondire la conoscenza reciproca e cercare di capire a fondo le condizioni in cui la persona si trova a vivere la sua condizione, cogliendo eventuali disagi o situazioni di pericolo. In questo ambito le operatrici dell’unità di strada sono tenute a dare, in casi attentamente vagliati insieme, informazioni sulle possibilità di fuoriuscita dal mondo della prostituzione tramite l’attivazione di programmi di protezione sociale di competenza degli altri segmenti del sistema anti-tratta coordinato dalla Regione Umbria.

Gli accompagnamenti più frequenti sono all’Ambulatorio Immigrati di via XIV settembre, dove viene effettuato il test HIV e vengono prescritte le analisi generali; alla Asl di piazzale Europa, per le analisi e l’emissione del tesserino STP (Stranieri Temporaneamente Presenti); ai consultori di Ellera o Madonna Alta per le visite ginecologiche. Si effettuano anche accompagnamenti abbastanza frequenti al day hospital di malattie infettive, al day hospital di ginecologia, all’ambulatorio di tisio-pneumologia, dal dentista o dal dermatologo. Dopo la prima fase dell’accompagnamento le operatrici di Cabiria puntano a sviluppare l’autonomia dei soggetti, che diventano in grado di muoversi da soli.

Di base si lavora con un metodo di osservazione, ascolto, contatto; ma è durante gli accompagnamenti che si sviluppano colloqui di approfondimento.

L’équipe al completo si incontra una volta a settimana per pianificare l’attività di uscite, mappatura e accompagnamento ai servizi socio-sanitari. In équipe si approfondiscono i singoli casi incontrati sia in strada che durante gli accompagnamenti.

Quando possibile, si cerca di lavorare per un coordinamento esterno in un’ottica di lavoro di rete con gli altri attori del progetto e dei servizi con cui si entra in contatto, e di svolgere azioni di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza.

Prima dell’istituzione del tesserino sanitario per stranieri temporaneamente presenti (STP), Cabiria rappresentava l’unica possibilità di accesso al sistema sanitario per le straniere irregolari perlopiù extracomunitarie che lavoravano in strada. Attualmente si lavora soprattutto con il tesserino STP, che di fatto inscrive la persona irregolare nel sistema sanitario nazionale, assegnandole, per esempio, anche il medico di base, strumento fondamentale di inclusione sociale.

Il codice STP, difatti, è rivolto agli/alle stranieri/e extracomunitari temporaneamente presenti, che non essendo in regola con il permesso di soggiorno non sono iscrivibili al Servizio Sanitario Nazionale. A costoro la legge assicura le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, a parità di condizioni con il cittadino italiano per quanto riguarda le quote di partecipazione alla spesa (ticket).

E’ qui che emerge una delle maggiori difficoltà che l’unità di strada Cabiria si trova ad affrontare, in seguito sia alle trasformazioni del fenomeno della prostituzione che all’allargamento dell’Unione Europea, che ha fatto sì che intere categorie di persone in precedenza irregolari diventassero neocomunitarie. La quasi totalità delle donne neocomunitarie (la maggior parte romene, ma anche bulgare o polacche), infatti, non risulta assistita dagli Stati di provenienza e non ha i requisiti per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale. La Regione Umbria non prevede in questi casi il rilascio di un tesserino come quello STP per gli/le extracomunitari/e, il che comporta problemi per assicurare loro la tutela della maternità, l’interruzione volontaria di gravidanza, la diagnosi e la cura delle malattie infettive, un medico di base e il pediatra ai/alle loro figli/e, ovvero l’accesso gratuito, o comunque a parità di condizioni con il cittadino italiano per quanto riguarda le quote di partecipazione alla spesa (ticket), alle prestazioni sanitarie essenziali.

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