5 Febbraio 2015

Cultura o morte!!!

CONDIVIDI

In questi tempi oscuri sto sempre più pensando al ruolo della cultura e dei suoi interpreti nella società e, facendo una rapida analisi, seguita da una altrettanto veloce comparazione, mi sono accorto che nei tempi addietro, strano a dirsi, la voce degli intellettuali si alzava critica verso la società e le storture presenti in essa. Libri, film, radio, canzoni e anche la neonata televisione, mettevano in luce le contraddizioni presenti nella società e le lotte che nascevano e si sviluppavano negli anni passati, e questo avveniva non solo in Italia, ma in tutta Europa.

A livello narrativo possiamo ricordare Victor Hugo con i suoi miserabili, Zolà e le sue descrizioni dei minatori e il suo famoso J’accuse, e per arrivare in Italia Calvino con i suoi sentieri e Nuto Revelli, che hanno raccontato la loro esperienza partigiana e l’importanza avuta nella formazione personale e della Repubblica, anche se presto dimenticata in questo caso.

Per quel che riguarda i film come dimenticare capolavori come “Le mani sulla città” oppure “La classe operaia va in paradiso” o registi come Mario Monicelli e attori come Gian Maria Volontè, solo per rimanere su nomi di punta del cinema italiano.

Per quanto riguarda l’aspetto musicale poi non c’è che l’imbarazzo della scelta, l’esplosione della contestazione ha corrisposto allo sviluppo di un nuovo canzoniere popolare, che ha visto la nascita di moltissimi cantautori, Guccini e De andrè per fare dei nomi, e di gruppi di caratura mondiale, PFM e Banco Del Mutuo Soccorso sempre per fare dei nomi.

Non c’è sempre stato questo vuoto culturale insomma. Certo anche oggi ci sono artisti o gruppi che riscuotono un successo enorme, ma sono casi isolati, poche voci fuori dal coro anche se di grandissima importanza.

Questa lunghissima premessa serve per spiegare un concetto che a me sta molto a cuore e che grazie agli artisti trova anche una traduzione in opere che ne rendano più facile la comprensione: chiudere spazi politici a livello fisico non significa fermare il loro agire.

Ecco se sono stato un po’ criptico e oscuro mi spiego meglio: prendete la situazione attuale del centro sociale e confrontatela con le opere qui di seguito.

In “Guerra e Pace” quando i militari si riuniscono per decidere come fermare la marcia di Napoleone su Mosca, il generale capo Kutuzov esclama “non perderemo Mosca senza combattere”. Tutti d’accordo, solo che il generale intendeva dire che se Mosca fosse finita nelle mani di Napoleone avrebbe scatenato le sue armate. Tra lo stupore dei vari generali, la battaglia si scatena quando l’imperatore francese è entrato in città, e il risultato è noto a tutti.

Nel film di Gillo Pontecorvo “La battaglia di Algeri” si parla della lotta per l’indipendenza dell’Algeria e della sua repressione brutale da parte dei paracadutisti francesi. ATTENZIONE SPOILER, quando i militari hanno ucciso l’ultimo rappresentante in città del Fronte di Liberazione Nazionale pensano di aver vinto, ma così non è. Dopo due anni la lotta riparte con vigore dalle montagne e dopo altri due anni l’Algeria è indipendente.

Per finire una frase del sommo Neruda “potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno la primavera”!

Il presidente

Scroll to top