9 Maggio 2022

Maggio 22 – Cuts You Up

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I consigli musicali e le storie di Peter Dark – Maggio 2022

Peter Dark da sempre ascolta musica, una vita dedicata ai suoni e alle scene che ne sono emerse. Di questo mondo continua a farne parte, con la stessa curiosità di quando negli anni 80 zaino in spalla percorreva miglia per comprare un disco.
Per Lautoradio inizia a curare questa rubrica con le novità più interessanti del mese.

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Sempre contentissimo di essere con voi e di condividere gli ultimi ascolti che mi hanno emozionato di più!

In attesa di vederli suonare in Italia (7 giugno, arena Piccini, Bologna), i Fontaines D.C. irrompono con raffinata eleganza con il loro terzo lavoro Skinty Fia. Testi colti, musica malinconica dai toni scuri, ma con la giusta tensione che rende i Fontaine D.C. la band del momento.
Gran bel disco!

A proposito di bei dischi, sto consumando Disgelo degli italici Winter Severity Index, duo cold-wave algido e minimalista con rimandi al Bowie berlinese, ma anche ai Kraftwerk e all’elettronica che più ci riempie l’animo.
Inutile ribadire che li adoro!

Distorsioni, LSD, Jesus & The Mary Chain miscelati alla psichedelia dei ’60, questo è il biglietto da visita degli albionici (Londra) Crows che con Beware Believers ci spiazzano e deliziano!

Nuovo album e tour in terra italica per i sempre graditi Calexico che con El Mirador ci fanno entrare nel loro mondo festaiolo fatto di Tex Mex e cumbia.

In messico vive da tempo ormai Steven Brown tra i fondatori e leader degli splendidi e mai dimenticati Tuxedomoon. Steven Brown ritorna dopo trenta anni con El Hombre Invisible, raffinato ed elegante disco per menti libere e cuori pulsanti.
Grandissimo ritorno!

Hugo Race e l’Italia, un binomio indissolubile. Ho conosciuto di persona e incontrato più volte Hugo, che lo ha sempre confermato. In questo Once Upon a Time in Italy è accompagnato dai Fatalists (band italiana innamorata dei suoni desertici e psichedelici del musicista australiano). Disco profondo e pieno di fascino con la chicca della cover in italiano di Hurdy Gurdy Man di Donovan.

E a proposito di Australia, ecco il ritorno dei mitici Hoodoo Gurus (Garage, Paisley). Chariot of the Gods è pieno di energia e brividi nell’ascoltare la voce sempre più bella di Dave Faulkner.

Il duo americano Tempers con l’album New Meaning ci riporta nelle atmosfere inquiete e notturne che animano le nostre anime dark. Synth-wave con voce femminile sinuosa.
Per cuori oscuri.

E ci inoltriamo per questo finale nei meandri di obliqui e disturbanti suoni dei Neonnoone (da Miami) che si inseguono con il loro album Noir & Jazz & Dark Slow in un intrigante viaggio oscuro tra post rock, Morphine e dark jazz.
Particolarissimo.

Concludo con la ristampa del mese.
La nostra preziosa e amata Spittle Records ha ristampato uno dei gioielli della new wave italiana degli anni 80. Informations of Death e Oscillator dei Neon, tra le band più importanti della scena italiana, dal suono cupo, algido, emozionante.
Lacrime calde che diventano improvvisamente stalattiti gelate.

Alla prossima!


Dal mese di marzo, disseminato tra le pagine dei consigli musicali, troverete un racconto di Peter Dark, uno scritto sognante oppure una riflessione sul sogno che sgretola in immagini e pensieri soffusi.

Sei capitoli di un cerchio che non si chiude.

Parte 3

Avevo tra le mani questo disco dai colori blu, azzurro madre
con una barca attaccata accanto ad una grotta marina
con su i quattro Echo £ the Bunnymen Ocean Rain.
Conteneva una canzone con la quale condivisi dolori e follia, passioni e divertimenti.
Era il tempo che si faceva rincorrere dal mio fluttuare
sospeso tra sogno e realtà, tra le poesie dannate e la mia giovane rabbia
diventata lugubre malinconia…adoravo cospargermi il corpo di sabbia sottile
e strappare fogli bianchi profumati di essenze alle violette,
fare l’amore sull’orlo di un abisso e bagnarmi il capo con la pioggia acida
che il mondo riusciva a dare
e urlavo alla luna.
Volevo spararle alle spalle, fotterla fino allo sfinimento.
Non riuscivo a muovermi.
Marionetta senza braccia
con i fili attaccati al cuore manovrati da un mimo senza volto
legato a una vecchia poltrona color cremisi.
Oh si…l’amore non esiste
perché troppe volte ho fatto l’amore con gli occhi chiusi.


Parte 4

Prendo la scala dei sogni colorati
salgo con veemenza fino a sentirmi scoppiare il cuore.
Mi avvicino al sole, lo guardo, ride di me.
La pistola spunta nella mia destra
non aver paura del buio.
Sparo al sole in mezzo agli occhi.
Decades dei Joy Division
la sento stringermi il cuore.
Scendo con calma, madido di sudore, non tremo, non guardo il cielo diventare pece.
Ho sparato al sole con una pistola verde smeraldo.
Sogni che si accavallano informi e io vedo le auto sfrecciare
la gente camminare in un silenzio assordante
e io chiuso dentro cupi pensieri aspetto che la notte
per l’ennesima volta, avvolga l’ultimo presagio di un crepuscolo ferito a morte
e lasciato lì, a morire accanto ad un bidone di latta.
Annaspo, tocco i colori delle umide pareti
deglutisco lacrime amare e asciugo lacrime bollenti.
La mia anima percossa da un gelo con le ali mozzate
e fottuta da un elfo coperto di rose!
Mi vedo e chiudo gli occhi recitando l’ultima preghiera
che io conosca a un bambino in uniforme.
Soldato che sputa bile e canta un pezzo degli Slint
dolce suono di un violino spaccato in due
meravigliosa vita di merda!


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